Riflessione in occasione della “Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo”

Nella giornata di oggi si celebra la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo credo sia utile ricordare che esistono famiglie a cui non piace assolutamente festeggiare in questa giornata, genitori che si sentono dire «Auguri» e rispondono «vado a prendere lo champagne» per non esser scurrili e rispondere bruscamente «non c’è niente da festeggiare!».

La “festa del 2 aprile” spesso viene vista dalle famiglie come una giornata in cui si viene messi “sotto i riflettori” per una situazione di difficoltà che non genera certo gioia o felicità.

Eh già! Diciamolo chiaramente: le famiglie in cui è presente un bambino con le caratteristiche dell’autismo sono famiglie in cui si deve essere pronti a lottare per far diventare quel bambino un adulto sereno: sono famiglie dove la gioia va sempre di pari passo allo sforzo, alla determinazione, alla stanchezza e alla tenacia nel perseguire gli obiettivi prefissati.

E diciamo anche un’altra verità: i genitori a cui viene detto «vostro figlio è autistico» hanno bisogno di aiuto per comprendere il funzionamento del proprio bambino, hanno bisogno di supporto non solo per il bambino ma anche per loro stessi, e spesso questa necessità non viene appagata in modo costante e funzionale dal servizio sanitario pubblico, il quale ovviamente, non può sopperire a tutte le esigenze di tutti ed “allora che si fa”?

Si apre lo scenario del privato e anche qui le famiglie incontrano difficoltà per comprendere quale sia la figura professionale o la struttura che possa meglio accogliere le proprie problematiche.

Ricordiamocelo che oggi, nelle famiglie in cui vi è un membro autistico, si celebra la difficoltà che questa diagnosi comporta!

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